Lizzano in Belvedere

 

Superficie comunale: Kmq. 85,56
Altitudine: m 600 – 1945
Densità: Ab./Kmq 26

Come arrivare: Aereoporto di BO a 68 Km e di FI a 80 Km. Stazione ferroviaria di Porretta Terme a 15 Km. Treno linea Bologna-Pistoia. Da BO: A1 direzione FI, uscita Sasso Marconi; da FI: A11 direzione PI, uscita PT; da MO: A1 uscita MO Sud.

Il territorio del Comune di Lizzano in Belvedere cela una storia ricca e coinvolgente. Fin da tempi remoti questi luoghi sono stati caratterizzati dalla presenza dell’uomo, che con oggetti e documenti ha lasciato testimonianza del suo passaggio. Il ritrovamento, presso la Sboccata dei Bagnadori e Rocca Corneta, di frammenti di attrezzi in selce e terracotta attribuibili alle Età della Pietra e del Bronzo costituisce la prova del passaggio di gruppi di uomini primitivi in questi luoghi nei momenti stagionali favorevoli. Lizzano in Belvedere offre tutto ciò che si può desiderare per trascorrere una piacevole vacanza. Vi si trovano numerosi e confortevoli alberghi di ogni categoria, oltre che trattorie, ristoranti, pizzerie, rifugi e luoghi adatti ad una breve sosta con ristoro. Inoltre, in ogni stagione non mancano numerose attrattive per chi ama lo sport, i parchi, la neve, la vita nella natura e la montagna. Il territorio comunale di Lizzano in Belvedere ha quanto occorre per soddisfare sia chi desidera solamente riposarsi, sia chi vuole vivere attivamente. Mirabile testimonianza dell’antica storia di Lizzano in Belvedere è il delùbro, già citato fin dal 553 d.C., che rappresenta uno degli edifici più antichi della Provincia di Bologna. Si tratta di un tempietto costruito durante il dominio bizantino, tra il VII e l’VIII secolo, che nelle sue forme ricorda le note rotonde ravennati.  Fu in seguito ad una donazione longobarda che il territorio di Lizzano si legò all’abbazia benedettina di Nonantola, da cui fu governato per alcuni secoli. Attorno al XII sec. Lizzano passò sotto l’influenza del Comune di Bologna che, a difesa dei propri confini, lo fortificò con la costruzione di un castello sulla vetta del monte Belvedere. Accanto al delùbro sorgeva l’antica pieve dedicata a San Mamante, a forma di capanna su pianta rettangolare, della quale non rimane traccia: a causa del suo pessimo stato di conservazione l’edificio fu infatti completamente ricostruito nel 1931. Il volto moderno di Lizzano merita una nota di apprezzamento: le vie, le piazze, le case, gli edifici pubblici e i servizi sono la più evidente prova di una vita sociale ricca, che rende confortevole la permanenza del visitatore. A poca distanza dal capoluogo troviamo, invece, l’antico borgo di Sasso con l’oratorio dedicato a Santa Annunziata.

Sul territorio comunale di Lizzano in Belvedere si trovano altre località di interesse:

VIDICIATICO
Altitudine: m. 810
Vidiciatico è un importante centro turistico, attrezzato per la ricezione estiva ed invernale. L’abside della vecchia chiesa e l’adiacente campanile formano un angolo caratteristico, che rende inconfondibile la piazzetta del paese. Della chiesa, costruita nel 1393, resta solo l’abside, nella cui parte posteriore è da ammirare una bifora romanica con incisa la data di costruzione dell’edificio. All’interno dell’attuale edificio di culto, sostituitosi alla vecchia chiesa, si trova una pala di Antonio Crespi raffigurante “Gesù che consegna le chiavi a S. Pietro” e un quadro del “Sacro Cuore” del Cittadini. Poco distante troviamo invece il bell’oratorio di S. Rocco, di forma a capanna, con accanto un campanile a vela e un portico con colonne in sasso. L’oratorio venne costruito nel 1631 dagli abitanti del posto in segno di riconoscenza per la fine della peste.  Il paese ha subito molti cambiamenti nel corso della sua storia moderna. Unici frammenti del passato sono i tipici “voltoni” di Casa Gherardi, che restano a testimoniare i tratti dell’antico borgo rintracciabile nella parte antica del Paese. La storia attuale di Vidiciatico offre un’urbanistica piacevole e ben organizzata, dotata di tutti i servizi necessari, con alberghi, bar, ristoranti e numerose seconde case disponibili per l’affitto.

POGGIOLFORATO
Altitudine: m. 863
Il suo nome significa “monte forato” e si riferisce al canale che il Senato Bolognese vi fece costruire, presumibilmente nel 1333, per trasportare il legname da costruzione direttamente a Bologna. Il progetto sembra non aver avuto gran successo, ma il borgo che ne ha tratto il nome resta pregevole e ben conservato nella sua struttura originale. I tetti in lastre di arenaria, le sculture che ingentiliscono le costruzioni, i comignoli tondi, spesso sormontati da figure tipiche dell’alta valle del Dardagna, rappresentano una preziosa testimonianza dell’architettura appenninica. Sempre a Poggiolforato si trova anche il Museo Etnografico “Giovanni Carpani” dedicato alla Cultura Montanara, con 3000 oggetti esposti.

LA CA’
Altitudine: m. 920
Lungo la strada che porta a Madonna dell’Acero, a 3 chilometri da Vidiciatico, si trova il borgo La Ca’, attorno al quale si è formato recentemente un nuovo agglomerato turistico nei pressi dell’antico centro storico, dove troviamo il caratteristico oratorio dedicato a Sant’Antonio. Nei pressi di La Ca’ sorgono numerose borgate, come Casa Gabrielli, le Frascare, il Torlaino, Cà Tonielli, Cà Mattiozzi, Le Borelle e Cà Corrieri, che offrono un piacevole soggiorno, raccolte attorno a piccole piazzette e ad anguste viuzze, in cui è possibile riscoprire la vita di un tempo.

LA MADONNA DEL’ACERO
Altitudine: m. 1200
Secondo una leggenda, in questo luogo la Madonna apparve a due pastorelli, salvandoli da una bufera di neve e restituendo ad uno di loro l’uso della parola. Inizialmente il culto consisteva nell’adorazione di un’immagine posta sull’acero che aveva ospitato l’apparizione, per poi continuare all’interno del santuario, costruito nel 1600. Ancora oggi, il 5 agosto, tantissimi fedeli partecipano alla festa che ricorda quell’evento miracoloso. All’interno sono conservati moltissimi ex-voto, che la riconoscenza popolare ha lasciato alla chiesa. Fra queste testimonianze di devozione popolare si distinguono per pregevole fattura il gruppo di statue lignee dette “Brunori”, fatto costruire dalla famiglia di Brunetto Brunori, scampato miracolosamente alla morte in occasione della battaglia di Gavinana del 3 agosto 1530. In prossimità del santuario parte il sentiero Cai che porta alle Cascate del Dardagna; l’itinerario, di media lunghezza e privo di particolari difficoltà, conduce in un paio di ore alla scoperta di una delle maggiori meraviglie naturali del Parco Regionale del Corno alle Scale. Lungo il percorso si trovano in sintesi molti degli aspetti geomorfologici e vegetazionali più caratteristici di questa singolare vallata.

PIANACCIO
Altitudine: m. 915
Incastonato in una gola nell’alta valle del Silla, luogo ideale per le escursioni, Pianaccio si distingue per la sua chiesa che trae le origini da un piccolo oratorio eretto nel 1736. L’architettura dell’intero borgo è ancora perfettamente conservata nei suoi caratteri tipici, che avevano nella pietra l’elemento dominante. Percorrere oggi le sue viuzze e fermarsi ad ammirare le case ricoperte di pietra (piagne), è come ritornare per un attimo indietro nel tempo. In questo piccolo boro nacque Enzo Biagi, noto giornalista.

MONTE ACUTO DELLE ALPI
Altitudine: m. 915
Il paese, d’origine medioevale ed ancora oggi perfettamente conservato, sorge arroccato su di un minuscolo cucuzzolo a strapiombo sopra la valle del Silla. Qui sorgeva un castello strategicamente così importante che, nel 1298, quando i rappresentanti di Bologna e Pistoia firmarono un accordo di pace, pretesero in calce anche la firma del rappresentante di Monteacuto. E’ sicuramente il paese più suggestivo e caratteristico della zona: stupendamente conservato, offre al visitatore il doppio piacere di un viaggio all’indietro nel tempo e di un tuffo nel panorama stupendo che si gode dalle sue mura. Nella parte alta del paese, raggiungibile solo a piedi, è situata la chiesa di San Nicolò, databile attorno al XVII secolo. Al suo interno una pala di Pietro Faccini, allievo dei Carracci, offre al visitatore una rappresentazione del “Padre Eterno con i Santi Nicolò, Lorenzo, Giacomo e Rocco”.

ROCCA CORNETA
Altitudine: m. 613
Più che un paese, in senso letterale, Rocca Cometa è un insieme di luoghi. Tra questi la bella chiesa parrocchiale, dedicata a S. Martino di Tours, fabbricata prima del XVI secolo e restaurata nel dopoguerra e, accanto, su di una cresta montuosa, la maestosa torre del XIV secolo, a testimonianza dell’importanza che il luogo ebbe nel medioevo, posto com’era lungo la strada di collegamento con la Toscana. E poi Camposalice, Prà della Villa ed i Fiocchi: borghetti suggestivi, oratori e torri seicentesche, tutti da vedere.

GABBA
Altitudine: m. 712
Il piccolo borgo di Gabba fu sede di una fortezza ghibellina. Vi è conservata una bellissima chiesa di modello romanico ad una sola navata, al cui interno sono da ammirare gli affreschi trecenteschi ed una preziosa vetratina di stile rinascimentale, dipinta a fuoco. A poca distanza, nella località Grecchia, si trovano i resti della chiesa dedicata a S.Lorenzo, anch’essa di stile romanico e probabilmente edificata nello stesso periodo di quella di Gabba Dalla chiesa di Grecchia , di cui sono conservati solo alcuni resti a causa di un cedimento del terreno, si ammira un panorama mozzafiato sull’intero Parco Regionale del Corno alle Scale.

CHIESINA-FARNE’
Altitudine: m.709
L’abitato si segnala per la conservazione dei tratti architettonici tipici di una zona in cui la pietra costituisce il materiale dominante. A poca distanza, merita una visita la chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, costruita nel 1662, il cui campanile è arricchito da diverse figure scolpite. Abbarbicato alle pendici del monte Riva, il nucleo di Cà dei Lanzi fu probabilmente sede doganale al confine col ducato di Modena e che ora è abbandonato. Nelle vicinanze, presso il borgo di Cà Julio, si possono visitare i resti di un’antica casa-torre.

QUERCIOLA
Altitudine: m. 823
Querciola è una località di recente insediamento che si è sviluppata attorno alla piccola chiesetta eretta in onore della Beata Vergine di S. Luca. La sua edificazione è legata al miracolo dei “fiori secchi” che, a quanto si racconta, fiorissero miracolosamente sui rami di una quercia durante il mese di gennaio. Un centro moderno e vitale, in pieno sviluppo, che sorge ai piedi del Monte Belvedere sulla cui sommità è possibile ammirare i resti del castello eretto nel 1297, dal comune di Bologna, a difesa dei suoi confini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, in questi luoghi fu combattuta nella primavera del 1945 una delle battaglie più dure per la conquista della Linea Gotica, che aveva proprio nel Monte Belvedere uno dei suoi capisaldi più temibili.

 

CONTATTI

Comune di Lizzano in Belvedere
Piazza Marconi, 6 – 40042 LIZZANO IN BELVEDERE (BO)
Tel: 0534 51024, Fax 0534 51536
Mail: info@comune.lizzano.bo.it

Sito: www.comune.lizzano.bo.it

 

[include-page id="FOOTER-BANNER"]